Spiritualità missionaria

di mons Marcello Palentini – Maggio 2006

“Vogliamo vedere Gesù” (Giov. 12,21)

  1. Mandato di Gesù
  2. Documenti della Chiesa : Vaticano Il e Documenti post-conciliari
  3. Alla ricerca di una Spiritualità Missionaria: Spiritualità e Missione
    • Qual è lo spirito della missione?
    • Come potrebbe essere il nostro impegno missionario?
  4. Spiritualità per una nuova evangelizzazione
  5. Verso una Comunità Missionaria
  6. Condizioni di una spiritualità missionaria; qualità del missionario

1 – MANDATO DI GESÙ

Gesù disse: “Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche ad altre città; per questo sono stato mandato” (Lc 4,43).
L’entusiasmo missionario di Gesù in relazione con l’annuncio e la costruzione del Regno, il suo ardente desiderio di “portare il fuoco sulla terra” affinché tutti si contagiassero, lo spinge a chiedere ai suoi discepoli: “Andate dunque e ammaestrate a tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28,19-20).
Questo mandato provocò come effetto, immediatamente dopo l’Ascensione di Gesù al cielo, l’annuncio del Vangelo a tutto il mondo.
Paolo lo sentirà nel suo cuore come un imperativo permanente: “ Guai a me se non predicassi il Vangelo“. (1 Cor 9,6).
E al suo discepolo Timoteo dà questo consiglio:
Annunzia la parola, insisti in ogni occasione, opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina“. (2 Tim 4,2)

2 – IMPEGNO-DOVERE DI TUTTA LA CHIESA

La Chiesa che nacque dal Cuore trafitto e amoroso di Gesù e dall’azione evangelizzatrice dei Dodici, fin dagli inizi sente  urgenza di evangelizzare. E in questo consiste la su più profonda identità: “La Chiesa esiste per la evagelizzazione” (EN 14)
La Chiesa mediante un dinamismo permanente incomincia ad evangelizzare se stessa: “La Chiesa ha sempre bisogno di essere evangelizzata, se vuole mantenere la sua freschezza, il suo impulso e la sua forza per annunciare il Vangelo” (EN 15)
- L’obiettivo principale dell’attività missionaria è la gloria di Dio, mediante la realizzazione del suo piano salvifico per tutta l’umanità (AG 7)
- La missione della Chiesa si orienta alla costruzione di una umanità nella comunione, nella fratellanza e nell’amore.
II tema della spiritualità missionaria lentamente si è approfondito soprattutto dopo il Concilio. In modo speciale la Esortazione apostolica “Evangeli Nuntiandi” (cap.7) ci presenta la spiritualità della evangelizzazione e di chi evangelizza:

  1. Fedeltà allo Spirito Santo (EN 75)
  2. Vita evangelica autentica, ricca dell’esperienza di Dio (EN 76)
  3. II servizio all’unità (EN 77)
  4. II servizio alla verità (EN 78)
  5. Zelo apostolico e carità pastorale vissuti nella gioia pasquale (EN 79-80)

LA SPIRITUALITÀ MISSIONARIA
Dare la vita con Lui e come Lui: “Non sono venuto per essere servito, ma per servire e dare  la vita in riscatto per molti” (Mt 20,28)

Come l’umidità e l’acqua non si vedono sotto l’erba, però la mantengono verde e la fanno crescere, così la spiritualità missionaria  mantiene viva  (verde) la nostra attività missionaria.
L’Enciclica ” Redemptoris Missio” ci parla di:
-   Un rinnovato impegno missionario, di un nuovo entusiasmo, di nuovi stimoli (n.2)
-   Di una rinnovamento della fede della Chiesa
-   Di una nuova evangelizzazione (n.3)
-   Di una vita nuova (n. 7)
-   Di  un  nuovo  impulso dell’attività missionaria  (n.30)
-   Di nuove forme di cooperazione missionaria (92)
-   Di un nuovo avvento missionario; di una nuova convergenza dei popoli verso valori comuni; la nuova primavera del Vangelo (n. 86)
-   L’aurora di una nuova era missionaria (n. 92)
Tutto ciò rimarrebbe senza senso se non ci fossero uomini nuovi nella novità dello Spirito Santo, che si lanciano utopicamente oltre le frontiere.

Perciò la Enciclica ci presenta le dimensioni della spiritualità missionaria:

  • trinitaria: La missione della Chiesa sgorga dalla sorgente del Dio- Amore.
  • pneumatologica: vivere interamente docili allo Spirito; lasciarsi modellare da Lui, per essere ogni  giorno più simili a Cristo. Lo Spirito ci concederà i doni della fortezza e del discernimento, lineamenti essenziali della spiritualità missionaria. (87)
  • cristologica: II contatto personale con Gesù che dobbiamo imitare e seguire. Da lì nasce il giusto  concetto di missione e la disponibilità per la stessa: il distacco delle cose, le persone, la cultura,   l’ambiente. Per il fatto di essere “inviato”, il missionario fa l’esperienza consolatrice di Cristo  (n. 88 e anche i capitoli 1 e 2).

Possiamo riassumere le esigenze di un autentico missionario così:
- Vivere con Cristo: ci chiama amici
- Vivere come Cristo: imparare da Lui e assumere il suo stile di vita    (umiltà, servire a Dio e ai fratelli) per essere suoi testimoni.
- Essere uniti in Cristo: la fede si vive nella condivisione e nella comunione di progetti come Chiesa; “Padre, che siano una sola cosa, perché il mondo creda…” (Jn 17,21)
- Andare con Cristo, nel suo nome, col suo potere: anzitutto entrare in comunione con Gesù per  poter andare a nome suo ai fratelli; procedere come Lui vuole, verso dove Lui vuole, realizzando ciò che Lui vuole.
- Dare la vita con Lui e come Lui: “Non sono venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita in riscatto per molti” (Mt 20,28)
- Dare la vita per il Regno.

  • ecclesiologica: amare la Chiesa come la ama Cristo; amore alle persone, alla Chiesa e a tutti i    popoli. Come ci insegna Paolo: “la preoccupazione per tutte le Chiese” (2 Cor 11,28).

Per il missionario, la fedeltà a Cristo non si può separare dalla fedeltà alla Chiesa (n. 89 P014).
II servizio pastorale o carità apostolica si ispira alla carità pastorale di Cristo, il Buon Pastore, che conosce le sue pecore ed offre per esse la sua vita. (Jn 10). La carità pastorale è fatta di bontà, attenzione, tenerezza, disponibilità, interesse per i problemi della gente.
II missionario è l’uomo della carità.

  • antropologica: “L’attività missionaria ha come unico scopo quello di servire l’uomo, rivelandogli l’amore di Dio manifestato in Gesù“. (n.2). II  missionario  è  il  “fratello  universale”  che  va  oltre  le  frontiere  e  le  divisioni  di  razza,  culture,  caste, ideologie. Rimane aperto all’evangelizzazione dei nuovi areopaghi (MCS, sviluppo, ecologia, diritti umani, e sopratutto “il senso della vita”)

  • escatologica: conduce l’umanità e l’universo intero verso la restaurazione finale.

Questa dimensione ecclesiale della missione si realizzerà mediante una azione pastorale adeguata, che comprenda certi aspetti, come la vicinanza, la trascendenza, l’esperienza, la contemplazione, il profetismo, il dialogo e la inculturazione.
La spiritualità missionaria della Chiesa è un cammino verso la santità“. Il rinnovato impulso verso la missione “ad gentes” esige  missionari santi.
Non basta rinnovare i metodi pastorali, (n.90). Ciò richiede:
- Un costante rinnovamento spirituale, dottrinale e apostolico
- La contemplazione nell’azione (cercando risposte alla luce della Parola e della preghiera).
- La pratica delle Beatitudini. II frutto di questo donarsi nello spirito delle Beatitudini è la gioia interiore.

3 – ALLA RICERCA DI UNA SPIRITUALITÀ MISSIONARIA

La missione è la ragion d’essere della Chiesa… è l’attività propria dell’identità cristiana” (EN).  E’ un modo eminente di seguire Gesù, che significa collaborare con Lui alla salvezza liberatrice del mondo, ossia all’estensione del Regno.
Seguire Gesù e la missione vanno insieme: “Chiamò i dodici… lo seguirono e annunciarono il Regno di Dio” (Mc 1,16 ss)
Seguire Gesù missionario, mandato dal Padre, significa essere missionari come Lui, con i suoi criteri, le sue scelte, i suoi atteggiamenti, con la sua spiritualità.

Qual è lo spirito della missione?
La Chiesa vive in uno stato de missione permanente, ciò significa:

  • “andare oltre” per raggiungere i lontani, gli abbandonati, i meno evangelizzati: “Andate  dunque ed ammaestrate tutte le nazioni” (Mt 28,19)
  • Possedere il dinamismo dell’Esodo: uscire dal proprio mondo (cultura, religione, comodità, etc) per andare verso coloro che non possiedono, che non possono, che non conoscono…
  • Vivere una mistica speciale: si tratta di morire un poco a se stessi per darsi totalmente alla causa del Regno. E’ un progetto di vita totale, dove deve essere! una identità tra la vita e il messaggio che si proclama (diversamente da altre attività umane o professionali).
  • Lavorare su nuove frontiere:
    • Sulla frontiera dei poveri:
      • Cercar di scoprire i nuovi poveri e le nuove povertà; l’abisso tra poveri e ricchi; l’oppressione, l’emarginazione, la discriminazione.
      • Lavorare con uno spirito aperto a tutti, specialmente alle diverse culture e cercare di essere solidali con i mèmbri sofferenti del Corpo di Cristo
      • Dare testimonianza di una Chiesa profetica, inserita e al servizio: che manifesti in modo esplicito la vicinanza e la bontà di Dio, la sua predilezione per gli emarginati
      • Prender posto vicino agli esclusi e alle nuove povertà, lì dove il missionario vive e lavora.
      • Assumere l’impegno concreto di solidarietà che si manifesti in atteggiamenti, progetti e iniziative in ordine a promuovere la dignità della persona umana e la trasformazione della società.
    • Sulla frontiera della diversità culturale e religiosa:
      • Lavorare con uno spirito aperto a tutti, specialmente alle diverse culture e cercare di inculturarsi
    • Sulla frontiera dei  laici e della gioventù
      • Orientare la nostra evangelizzazione come missione condivisa mediante un nuovo stile di relazioni improntate all’uguaglianza e all’avvicinamento.
      • Promuovere la dignità delle minoranze
      • Evangelizzare la “cultura del mondo giovanile”
      • Accogliere la sfida della gioventù e optare per i giovani in ogni loro ambito
  • Formarsi per la missione: promuovere una formazione integrale e che aiuti a integrare i valori evangelici alla nostra vita; che ci faccia missionari sempre più identificati con il carisma della Congregazione e impegnati con la storia…

Come potrebbe essere il nostro impegno missionario?
-   Lavorare assieme pur venendo da paesi diversi (pluralismo)
-   Testimoniare la comunione come risposta profetica
-   Essere comunità che costruiscono l’unione nella diversità, segno e testimonianza di intercambio culturale.
-   Rafforzare il senso dell’universalità
-   Avanzare nel processo di inculturazione, vissuta come processo di incarnazione.

4 – UNA SPIRITUALITA’ MISSIONARIA PER UNA NUOVA EVANGELIZAZIONE

La Chiesa si trova di fronte a nuove situazioni, che richiedono nuovi evangelizzatori.
Bisogna iniziare una Evangelizzazione nuova nell’entusiasmo, nei suoi metodi e nel suo modo di manifestarsi.
La Chiesa è chiamata a trasmettere un’anima alla società moderna, evangelizzando con un linguaggio totalmente nuovo, e a proporre una sintesi creativa tra Vangelo e Vita“.
Gli evangelizzatori devono essere esperti in umanità e conoscere in profondità il cuore dell’uomo d’oggi; partecipare delle sue gioie e speranze, e allo stesso tempo essere dei Contemplativi di Dio, capaci di mettere il mondo moderno in contatto con le energie vitali del vangelo”.
II Vaticano II nella   GS, 4 ci dice che, solamente  mediante una grande sensibilità spirituale è possibile scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo, così che, in un modo adatto a ciascuna generazione, possa la Chiesa rispondere ai perenni interrogativi dell’umanità.

Per intraprendere una nuova evangelizzazione, gli apostoli di oggi devono rinnovare
- la loro relazione con Dio (contemplazione)
- i loro rapporti con i fratelli (comunione),
- la loro capacità di inserirsi nel mondo (inserimento),
- coerenti con il Vangelo (autenticità)
- e con un vero senso del trascendente (speranza).
La spiritualità missionaria ci fa vivere e scoprire, nel dono della missione, la priorità e l’iniziativa di Dio.
Il rinnovamento autentico della Chiesa, sotto l’azione dello Spirito Santo, si realizza secondo il paradigma del Cenacolo (Atti, 1,14): riuniti con Maria, per implorare lo Spirito Santo e ottenere la forza e l’entusiasmo per portare a termine il mandato missionario.

5 – VERSO UNA COMUNITA’ MISSIONARIA

Lo scopo principale della pastorale missionaria è quello di ottenere che tutta la comunità ecclesiale e specialmente la Chiesa locale, si converta in comunità evangelizzatrice.
Non si può evangelizzare una comunità se non la si rende, fin dagli inizi, responsabile della evangelizzazione locale e universale.
Per questo c’è bisogno di una animazione missionaria permanente. Ciò richiede di mettere la Parrocchia nella situazione di missione permanente. Ciò dovrà partire indubbiamente dalla consapevolezza per cui ogni Comunità ed ogni battezzato è, nello stesso tempo, in essa discepolo e missionario.
Ogni persona “è” una missione; il suo essere più intimo è segnato e orientato verso una missione nel mondo.
Non ci sono tre chiamate: alla vita, al discepolato e alla missione, ma una unica chiamata di Dio che ci ama e ci chiama ad annunciare con la nostra vita la missione che ci ha affidato “amandoci prima della creazione del mondo“.
Questa convinzione fa sì che ognuno sia “fervorosamente comunitario”, perché fu creato a immagine della Trinità ed è chiamato alla comunione piena con Dio-Trinità, vivendo quaggiù la comunione piena con i fratelli.
In questo modo gli agenti pastorali sono discepoli in comunione e missionari come soggetti comunitari.
Se in una parrocchia o Diocesi ci rinchiudiamo per predicare a coloro che “già conoscono e cercano Gesù” ci trasformiamo in “amministratori parrocchiali” e annulliamo il nostro dovere missionario.
Se ci apriamo invece verso coloro che non conoscono Gesù e verso coloro che vivono in modo debole la loro fede, sentiremo l’entusiasmo missionario e cercheremo con tutti i mezzi di far arrivare il messaggio di Gesù a tutti, evangelizzando tutti i settori.
diverse pastorali
Dobbiamo cercare di formare gli agenti pastorali a una solida e profonda spiritualità, affinché l’attività apostolica non sia vuota, superficiale e rigida, ma piuttosto entusiasta, coraggiosa ed efficace.
L’apostolato è vita ed è profondamente spirituale, perciò è anche un cammino per la realizzazione personale che dà felicità.
Il mandato missionario di Cristo, si dirige a tutte le persone, situazioni di vita, istituzioni e servizi della comunità.
Ognuno partecipa in un modo diverso, di questa responsabilità missionaria.
Bisogna imparare a “dare della nostra povertà” (Puebla 368), coscienti che “è meglio dare che ricevere” (Atti 20,35)

6 – CONDIZIONI DI UNA SPIRITUALITÀ MISSIONARIA (QUALITÀ DEL MISSIONARIO)

a) II Missionario deve essere un contemplativo: capace di trasmettere non solamente idee, ma soprattutto la sua esperienza personale di Gesù e dei valori del Regno.
Il missionario è “colui che agisce come se vedesse l’Invisibile”. Solo la fede e la contemplazione ci mettono di fronte al Dio invisibile.
Il Missionario è colui che si dà per intero  all’avvento di un Regno che va oltre ciò che lui è o che lui realizza.  Vive con la speranza e la serenità di chi ha posto la sua fiducia nella volontà di Dio, lavora con il ritmo voluto da Dio e non come egli pensa o crede; diversamente corre il pericolo dello scoraggiamento e della frustrazione.
L’ esempio di vita del missionario sono i Profeti: mandati da Dio per riunire il popolo attorno all’unico Dio e denunciare le idolatrie sempre nuove. Sono mandati al deserto, luogo della solitudine e della povertà, dove Dio purifica il loro cuore e si manifesta loro.
Ma soprattutto il missionario assume come esempio di vita il modo di agire di Gesù, mandato dal Padre per annunciare la Buona Notizia a tutti, che ama tutti, si mette al servizio di tutti, dà la vita per tutti, e chiama tutti alla pienezza della vita.

b) Il Missionario sceglie la povertà come stile di vita e non solo nella privazione di mezzi, bensì con la sua presenzia tra i poveri, il suo stile di vita austero, ecc…
Vive l’Esodo ecclesiale: ossia, lascia la propria comunità ecclesiale, il proprio “modo di   essere Chiesa” per andare ad appoggiare un’altra chiesa sorella o per piantare la Chiesa come segno del Regno dove non esiste ancora.
Vive  l’Esodo culturale: ossia lascia la propria cultura per assumerne una diversa  e dare il contributo di una nuova interpretazione cristiana ai valori già presenti in essa E’ un salto nel vuoto nella fede della Chiesa. L’impoverimento del missionario esige molta  maturità per poter superare le paure e le frustrazioni.

c) II Missionario deve aver fiducia nell’azione dello Spirito che anima la Chiesa e nella efficacia dei mezzi propri dell’attività missionaria: “Io ho scelto voi, perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv. 15,16)
II missionario sa che opera in nome di tutta la Chiesa.
La base della sua pazienza è Io spirito delle Beatitudini.
Ciò lo porterà ad avere rispetto per le persone, a non imporre niente, piuttosto a far sì che ogni persona incontri la sua strada; saprà valorizzare la parte di verità e di bene presente nell’altro, in un atteggiamento permanente di umiltà.

d)  La spiritualità missionaria esige lo spirito del pellegrino e del “provvisorio”.
Il missionario è disposto ad “andare oltre“, dove lo richiedano, senza voler mettere radici o far carriera… Si sente internamente libero e disposto allo sradicamento (cambio) con serenità. “Eccomi, Signore… per fare la tua volontà“.

e) Il missionario è cosciente della chiamata alla santità personale e comunitaria e di essere mandato in nome della Chiesa; perciò egli si preoccupa di costruire la comunione nella diversità, vivendo questa stessa esperienza con la sua comunità religiosa e parrocchiale.

f) II missionario vive la gioia del dono di se stesso, sapendo che “Dio ama chi si dà con cuore gioioso“.
Come missionari ci sentiamo contenti della nostra vocazione:” Essere discepoli e missionari, affinché tutti i popoli abbiano la vita in Cristo, perché “Lui è il cammino, la verità e la vita“.
La sua vita è la nostra vita, la sua missione è la nostra missione.
P. Dehon ci dice: “Noi dobbiamo essere come il fuoco per far conoscere l’amore sorprendente del  Cuore di Gesù. Che il nostro desiderio sia morire in Missione, perché così il nostro sacrificio sia  completo e senza riserve